Lo scorso 3 giugno 2021, su proposta dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri Josep Borrell, Emanuela Del Re è stata nominata Rappresentante speciale dell’UE per il Sahel. Sociologa ed esperta di politica internazionale, Del Re negli anni si è specializzata in migrazioni, rifugiati, conflitti etnici e religiosi. Ha inoltre maturato una profonda conoscenza dei dossier africani in quanto ha condotto una lunga serie di ricerche sul campo in zone di conflitto nei Balcani, nel Caucaso nonché in Medio Oriente e in Nord Africa ed ha ricoperto il ruolo di vice-Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale duranti i governi Conte.
Una nomina che premia l’impegno italiano nel Sahel
Lo scorso 3 giugno 2021, su proposta dell’Alto Rappresentante per gli Affari Esteri Josep Borrell, Emanuela Del Re è stata nominata Rappresentante speciale dell’UE per il Sahel. Sociologa ed esperta di politica internazionale, Del Re negli anni si è specializzata in migrazioni, rifugiati, conflitti etnici e religiosi. Ha inoltre maturato una profonda conoscenza dei dossier africani in quanto ha condotto una lunga serie di ricerche sul campo in zone di conflitto nei Balcani, nel Caucaso nonché in Medio Oriente e in Nord Africa ed ha ricoperto il ruolo di vice-Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale duranti i governi Conte.
La Farnesina ha accolto con grande entusiasmo tale nomina in quanto l’onorevole Del Re segue con costanza le vicende che coinvolgono la regione del Sahel sia da un punto di vista bilaterale che europeo. Questa nomina non è solo un riconoscimento per la competenza dell’ex vice-Ministro ma è anche la testimonianza del ruolo sempre più centrale giocato dall’Italia nel Sahel, una regione strategica per la sicurezza di tutta l’Europa. Il nostro paese, infatti, ha deciso di organizzare una serie di eventi di rilievo legati all’Africa in occasione della presidenza del G20 e come co-presidente della COP26 fissata a Glasgow il prossimo novembre. In aggiunta, la lotta all’instabilità e al terrorismo nel Sahel sono i due temi principali che l’Italia ha scelto di trattare durante la riunione ministeriale della Coalizione anti-Daesh, tenutasi lo scorso 28 giugno e co-presieduta dal Segretario di Stato americano, Antony Blinken. Particolare attenzione è stata posta alla lotta contro la propagazione dell’ISIS in Africa, specialmente nelle aree più soggette al suo radicamento come il Sahel.
L’Italia ha dimostrato un impegno di alto profilo nelle attività della Coalizione sia in ambito civile che militare. Il fatto che la Del Re sia la nuova Rappresentante speciale dell’UE per il Sahel simboleggia un riconoscimento da parte dell’Unione europea dell’impegno italiano sul campo, valorizzando così la nostra partecipazione a missioni militari internazionali come la European Union Training Mission e la Task Force Takuba a guida francese in Mali. La prima, avviatasi dopo l’attuazione della Risoluzione 2085 delle Nazione Unite nel 2013, ha come scopo l’addestramento, la formazione e l’assistenza logistica delle Forze Armate Governative dello Stato del Mali. La seconda, invece, è nata dalla richiesta del Capo di Stato Maggiore francese nel 2019 di creare una forza multinazionale capace di fornire assistenza, consulenza e mentorship alle Forze Armate maliane nella lotta al terrorismo. L’area di azione è situata ad Est del fiume Niger ed è compresa tra i confini di Mali, Niger e Burkina-Faso. Nel giugno del 2020, è stata ufficializzata la partecipazione dell’Italia alla Task Force al fine di porre una battuta d’arresto al terrorismo nel Sahel.
Il Sahel è la frontiera dell’Europa: la missione della nuova rappresentante dell’UE
Attualmente, il nuovo incarico di Del Re sarà la gestione della strategia europea nel Sahel, una regione estremamente fragile, caratterizzata da instabilità politica, come dimostra il susseguirsi di colpi di stato in Mali nel 2012 e nel 2020 che ha portato alle dimissioni del Presidente Boubacar Keita e al crollo del governo. L’area è, inoltre, segnata dalla presenza di fazioni autonomiste e da molteplici violenze su larga scala contro la popolazione che hanno causato esodi di massa. Inoltre, una profonda crisi economica si traduce spesso in emergenza alimentare e sanitaria, ma anche scarso sviluppo tecnologico e cattiva gestione amministrativa. L’incapacità delle istituzioni locali di dare una risposta concreta a queste problematiche ha generato un senso di sfiducia e frustrazione nella popolazione. Di questi risentimenti ne traggono vantaggio i numerosi gruppi jihadisti presenti nell’area, come ad esempio al-Quaida e Boko Haram, i quali offrono possibilità di guadagno e prestigio sociale alle migliaia di giovani disoccupati attraverso attività illecite o violente. Come sottolineato dalla stessa Del Re, è proprio tale conformazione fisica, sociale e politica che rende la regione del Sahel “la frontiera dell’Europa”. Dunque, l’obiettivo dell’UE nel breve termine è quello di promuovere la stabilizzazione della regione, mentre, nel lungo termine si punta allo sviluppo sociale, economico ma anche ambientale. Per concludere, la missione della nuova Rappresentante speciale dell’UE sarà quella di far sentire la voce dell’organizzazione nel Sahel e nell’arena internazionale al fine di promuovere una pace duratura, un adeguato sviluppo, una maggiore sicurezza nonché la protezione dei diritti umani, la lotta alla corruzione e un accesso più equo ai servizi pubblici di base per tutta la popolazione. Tutto ciò con l’auspicio di rafforzare i rapporti multilaterali, in cui le Nazioni Unite svolgono un ruolo centrale insieme ad attori regionali come l’Ecowas, l’Unione Africana e il G5 Sahel.