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RubricheEliseo22Eliseo22: una porta aperta o chiusa per l’immigrazione?

Eliseo22: una porta aperta o chiusa per l’immigrazione?

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A cinque mesi dalle elezioni presidenziali, alcuni candidati hanno già preso posizione sulla questione dell’immigrazione. In che modo questi orientamenti potrebbero avere un impatto sulla situazione migratoria nei paesi europei nei prossimi anni?

Eliseo22 è la rubrica sulle elezioni presidenziali francesi che si terranno ad aprile 2022. Ha lo scopo di informare i lettori sui candidati e i partiti, nonché i dibattiti che accompagneranno la corsa all’Eliseo, da un punto di vista interno. A cura di un gruppo di terzo anno dell’Institut d’études politiques de Grenoble (Sciences PO Grenoble-UGA), coordinato da Elena Perrello.

La Francia: un paese di accoglienza

Secondo due rapporti (Inseee Statista), nel 2020 erano presenti 6,8 milioni di immigrati in Francia  e nel 2021 il paese ha accolto circa 52 000 rifugiati e richiedenti asilo. La Francia si ritrova a figurare tra i primi dieci paesi europei che accolgono più immigrati. Dall’ultima elezione presidenziale, nel 2017, il numero di immigrati è aumentato di 1,05 punti. Con l’avvicinarsi delle prossime presidenziali, alcuni candidati hanno già annunciato i loro orientamenti in materia d’immigrazione, che potrebbero modificare questo tasso migratorio più o meno stabile da circa dieci anni. Infatti da una parte alcuni candidati vorrebbero operare in una prospettiva di una maggiore accoglienza, altri invece vorrebbero andare nel senso contrario e limitarla. Prendiamo gli esempi di Marine Le Pen (estrema destra) e di Jean-Luc Mélenchon (estrema sinistra).

Dall’estrema sinistra all’estrema destra : due visioni contrapposte

Marine Le Pen vorrebbe presentare un progetto di legge sull’immigrazione sotto forma di referendum che prevede proposte relative ad una “priorità nazionale”, che risulterebbe sancita dalla Costituzione e che riguarderebbe l’accesso all’alloggio sociale, all’occupazione e all’assistenza sociale. Prevede anche l’introduzione di “quote” annuali di immigrati, fissate costituzionalmente dal Parlamento, e uno “scudo costituzionale”, che avrebbe l’obiettivo di evitare l’applicazione delle convenzioni e dei trattati internazionali ratificati dalla Francia in materia di politica migratoria, per dare al paese la libertà di scegliere le proprie misure. Tutte queste proposte, già presentate durante la campagna presidenziale nel 2017, tuttavia, rischiano di essere giudicate incostituzionali e contrarie al diritto internazionale ed europeo.

Jean-Luc Mélenchon, invece, propone un’apertura all’immigrazione facilitando l’accesso alla cittadinanza francese per le persone legalmente presenti sul territorio e di uscire dalla convenzione di Dublino, che autorizza gli stati europei a far tornare un richiedente asilo nel primo paese di arrivo nell’UE, attribuendo pesanti responsabilità ai territori che concentrano gli arrivi, come la Grecia o l’Italia.

L’impatto di queste idee sulla situazione europea: una possibile previsione

I due leader, rappresentanti degli estremi, hanno posizioni opposte: mentre uno vuole abolire ogni meccanismo di acquisizione automatica della nazionalità francese, che sarebbe accessibile solo per discendenza o per merito, l’altro propone uno ius soli completo, anche nei territori d’oltremare, e un permesso di soggiorno di base di 10 anni. Questi orientamenti potrebbero avere delle conseguenze rilevanti sull’ immigrazione in Francia e negli altri paesi europei. Infatti, nel caso delle misure proposte da Jean-Luc Mélenchon, la Francia potrebbe diventare un territorio molto più attraente per le popolazioni immigrate poiché l’accoglienza e l’acquisto della nazionalità sarebbero notevolmente semplificati. La Francia potrebbe raggiungere numeri simili alla Germania, che accoglie circa 146 000 immigrati all’anno. Diventando in qualche anno una terra di accoglienza privilegiata, il tasso di immigrazione negli altri paesi europei potrebbe ridursi. Tuttavia questo potrebbe avere una ricaduta sul mercato del lavoro, che potrebbe avere difficoltà ad adattarsi, e sul tasso di disoccupazione nei prossimi anni (secondo un rapporto del  2021 del Ministero dell’Interno, la popolazione francese di origine immigrata è la più colpita dal fenomeno della disoccupazione)..  Immaginando uno scenario opposto, nel caso in cui la Francia si trovasse a ridurre drasticamente le possibilità di accoglienza applicando le misure proposte da Le Pen, i paesi europei potrebbero essere toccati da un aumento importante del flusso di immigrati. Questa situazione potrebbe creare un’instabilità migratoria nei paesi europei perché questi ultimi si troverebbero davanti un flusso molto più importante di quello abituale, provocando una fase di transizione e di adattamento forse difficile da gestire. Questa instabilità diventerebbe più pronunciata con la crisi climatica e un eventuale flusso massiccio di immigrati nei paesi europei.  
Le politiche migratorie sono un aspetto decisivo dei programmi dei candidati per le elezioni presidenziali, soprattutto considerando il fatto che il dibattito intorno all’idea di “identità francese” è molto presente in Francia attualmente. Le prossime elezioni presidenziali potrebbero quindi rappresentare una svolta su questo tema.

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