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RubricheEliseo22Eliseo 22. La crisi russo-ucraina nelle elezioni presidenziali 

Eliseo 22. La crisi russo-ucraina nelle elezioni presidenziali 

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Ad un mese dal primo turno delle elezioni presidenziali, è difficile ignorare la crisi ucraina e la crescente tensione tra Russia e Occidente. Di solito, le relazioni internazionali non sono un tema centrale nelle campagne elettorali. Tuttavia, la crisi ucraina ha guadagnato sempre più importanza nelle presidenziali francesi e sta diventando una questione controversa. Tra i sostenitori di un approccio europeo e i difensori di Putin, il mondo politico, compreso quello francese, si è diviso in due categorie. Eliseo22 fa il punto sulle diverse posizioni dei candidati. 

Eliseo22 è la rubrica sulle elezioni presidenziali francesi che si terranno ad aprile 2022. Ha lo scopo di informare i lettori sui candidati e i partiti, nonché i dibattiti che accompagneranno la corsa all’Eliseo, da un punto di vista interno. A cura di un gruppo di terzo anno dell’Institut d’études politiques de Grenoble (Sciences PO Grenoble-UGA), coordinato da Elena Perrello.

I candidati che prendono le distanze dalla NATO

Le tensioni tra la Russia e l’Ucraina sono principalmente legate al progetto di integrazione di quest’ultima nella NATO, l’alleanza militare e politica ereditata dalla guerra fredda che oggi associa gli Stati Uniti, il Canada e 28 paesi europei. Di conseguenza, diversi candidati dichiarano di voler prendere le distanze dalla NATO. 

Tra questi, Jean-Luc Mélenchon (La France Insoumise, sinistra-estrema sinistra) sostiene che l’Organizzazione Nord Atlantica sia responsabile della situazione, ed è per questo che ha in programma di lasciare questa alleanza militare. Questa posizione è vicina a quella di Fabien Roussel (Parti Communiste Français, estrema sinistra), che chiede anche lui un’uscita dalla NATO e il rifiuto di allinearsi alla politica degli Stati Uniti. Durante un  incontro a Marsiglia all’inizio di febbraio, ha proposto quindi di smettere di allinearsi alla politica di guerra americana. Anche Nathalie Arthaud (Lutte ouvrière, estrema sinistra) e Anasse Kazib (Révolution permanente, estrema sinistra) difendono un allontanamento dalla NATO.

Lo stesso vale per i candidati di estrema destra, che vedono la NATO responsabile della crisi pur presentando  posizioni più concilianti nei confronti di Vladimir Putin.  La candidata del Rassemblement National (estrema destra), Marine Le Pen, desidera mantenere una relazione privilegiata con Mosca, a causa delle convergenze nella lotta contro l’islamismo e gli interessi energetici francesi. In una riunione a Madrid alla fine di gennaio, ha rifiutato di firmare il passaggio di una dichiarazione con i suoi alleati nazionalisti europei che condannava le azioni militari russe sul confine ucraino. Secondo Le Pen, le attuali tensioni in Ucraina sono in parte colpa dell’UE, che ha cercato di avvicinarsi a Kiev. Il suo rivale Eric Zemmour (Reconquête!, estrema destra) considera le affermazioni di Vladimir Putin “del tutto legittime” e mostra la sua ammirazione definendolo “un patriota” motivato solo dalla difesa degli interessi del suo popolo. Tuttavia, dal 24 Febbraio, con l’inizio degli assalti armati russi in Ucraina, Zemmour ha cercato di temperare questo sostegno al leader russo, e ha condannato, come tutti i candidati, l’attacco russo.

A sostegno di una risposta europea

Da diversi punti dello spettro politico, numerosi candidati sostengono una risposta europea. Questo è per esempio il caso di Yannick Jadot (Europe Ecologie Les Verts, sinistra/centro-sinistra), che intende mantenere le minacce di isolamento e di sanzioni economiche contro la Russia, in particolare l’arresto del progetto Nord Stream 2, un gasdotto che dovrebbe portare il gas russo in Europa. Il candidato dei Verdi vuole anche che Emmanuel Macron (La République En Marche, partito centrista) organizzi un vertice europeo a Kiev, per esprimere l’unità dell’UE su questo tema. Allo stesso modo, anche Anne Hidalgo (Parti Socialiste, sinistra) sostiene la solidarietà europea. Infatti, la sindaca di Parigi ha denunciato la passività dell’UE, ha difeso il mantenimento della Francia nella NATO e ha sostenuto le sanzioni in caso di offensiva militare. Anche la candidata Valérie Pécresse (Soyons Libres!, destra), sostiene la necessità di misure forti contro la Russia, assieme allo sviluppo di una politica di difesa comune e rinforzata in Europa. Infine, anche Christiane Taubira (Partito Walwari, sinistra) ha espresso il desiderio di vedere l’UE più coinvolta di fronte a questa crisi. La sua posizione avrebbe potuto essere ulteriormente chiarita, ma ha ritirato la sua candidatura e non è più in corsa per l’Eliseo. 

La crisi tra la Russia e l’Ucraina ha quindi rinforzato nel panorama politico francese una divisione fra sovranisti (oppositori alla NATO e all’UE) e pro UE, che va al di là di una divisione sinistra/destra. La posizione del presidente Emmanuel Macron in questa situazione è particolare in quanto si trova diviso tra una gestione della crisi come capo dello Stato, e una candidatura che potrebbe beneficiare del suo ruolo forte di fronte a questa guerra.

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