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Corsaro, Fratelli d’Italia: l’embargo contro la Russia è follia commerciale

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Sanzioni russe e danni all’economia italiana. Questo il tema dell’interrogazione parlamentare di Fratelli d’Italia, tesa a suscitare un dibattito più approfondito su un argomento di stretta attualità, che rischia di creare gravi ripercussioni sulle esportazioni italiane. Geopolitica.info ne ha discusso con l’on. Massimo Corsaro, membro del gruppo parlamentare.

On. Corsaro, il suo partito ha posto il tema delle ripercussioni economiche delle sanzioni imposte da Mosca all’Ue ed agli Stati Uniti per il nostro Paese.Per l’Italia, le sanzioni russe si traducono in danni molto significativi in termini di mancate esportazioni, che la Sace ha stimato in 2,4 miliardi di euro in due anni. Quali settori subiranno le perdite più gravi?

In primo luogo, cade in immediata sofferenza la filiera agro-alimentare, i cui servizi-studi già denunciano essi soli una perdita di fatturato misurabile in circa 2 miliardi. Penso poi a tutto l’ambito del made in Italy e del lusso in particolare; ovvero a quei mercati cui – naturaliter – si indirizza il consumo delle nuove (e vaste) ricchezze della Russia di Putin. I numeri parlano chiaro: vi sono settori merceologici in cui l’Italia è il primo esportatore di beni e servizi verso la Russia. Ma se li abituiamo a cercare mercati alternativi, perderemo competitività per sempre. Trovo estremamente allarmante la superficialità di chi pensa di dare oggi un buffetto alla Russia, partecipando all’embargo, e poi credere che quelli torneranno da noi appena lo cancelleremo. Se siamo in mano a gente così…..

L’esecutivo italiano si è allineato alla posizione euro-americana senza distinguo. Come giudica la scelta di aderire alle sanzioni? Cosa chiede al Governo?

E’ di tutta evidenza che, una volta di più, gli americani fanno e dispongono secondo il proprio interesse sulla testa degli altri. Questa improvvisa pruderia per il possibile conflitto sul confine ucraino non trova riscontri analoghi nella quarantennale crisi del Medio Oriente, dove gli Usa si sono ben guardati dal minacciare interventi diretti e men che meno a sindacare ciò unilateralmente veniva deciso dalla parte militarmente più attrezzata del confronto. La verità è ben altra: con la scusa della crisi ucraina, gli USA intendono spezzare le reti commerciali che molte nazioni europee (Italia in primis) avevano intessuto con la Russia, in modo tale da tornare ad essere gli unici fornitori di gas ed energia. E’ sempre solo una questione di dollari, ed è sempre e solo una questione di inadeguatezza dell’Unione Europea a tutelare i propri membri.

Da un punto di vista politico, l’escalation di tensione nei rapporti con la Russia nuoce alla stabilità dell’Europa e mina una partnership di lungo periodo, che stava pian piano consolidandosi. Quali sono, a suo avviso, le linee guida strategiche per i rapporti italo-russi degli anni a venire?

Credo che dovremmo avere il coraggio di assumere una posizione contraria all’embargo, chiamarci fuori da questa follia commerciale, preservare le relazioni con un mercato fondamentale la cui buona disponibilità nei nostri confronti è forse uno dei pochi esiti positivi della stagione del centrodestra al governo. Dall’altra parte, voglio proprio vedere di cosa ci minaccerebbero. Di cacciarci dall’Europa, di cui siamo tuttora tra i maggiori contribuenti attivi? o dalla Nato, di cui rappresentiamo un insostituibile postazione geografica nel confine con il Nord Africa? Avremmo bisogno di statisti, ma il programma è misero, all’orizzonte.

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