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TematicheItalia ed EuropaOrmai necessaria un’inchiesta internazionale sulla corruzione in Moldova

Ormai necessaria un’inchiesta internazionale sulla corruzione in Moldova

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L’intera comunità internazionale, compresa l’UE, è stata invitata a sospendere ogni tipo di finanziamento alla Moldova fino a quando non avrà luogo un’inchiesta in grado di consegnare alla giustizia coloro che si celano dietro quella che è stata definita “la rapina del secolo”.  La situazione si è fatta insostenibile quando lo scorso anno si è scoperto che quasi il 15% del Pil moldavo, ovvero circa 1 miliardo di dollari, è letteralmente scomparso. Uno scandalo enorme che coinvolge tre fra le principali banche del paese. Il sistematico saccheggio delle risorse dei principali istituti bancari moldavi ha causato uno sconquasso che ha coinvolto l’intero sistema politico.

L’unico esponente politico fino ad oggi incarcerato per questo, però, è l’ex primo ministro Vlad Filat. Questi è l’acerrimo rivale di Vlad Plahotniuc, l’uomo politico più temuto della Moldova, che, secondo il direttore del popolare magazine locale Panorama, Dmitry Chubashenko, è in realtà il principale beneficiario dello scandalo bancario. Parlando nel corso di una breve visita a Bruxelles, Chubashenko ha affermato che è giunto il momento che l’Unione Europea, gli Stati Uniti e le istituzioni internazionali, aumentino la pressione sulla Moldova, affinchè venga svolta un’inchiesta “completa ed accurata” che accerti le responsabilità di Plahotniuc nella scandalo bancario.L’incapacità di assicurare alla giustizia i responsabili ricorda un altro scandalo, conclusosi con la morte di un giovane uomo d’affari, noto come la “Royal Hunt” (la “caccia reale”), che ha visto coinvolti importanti dirigenti moldavi. Soltanto una protesta internazionale, condotta soprattutto da alti funzionari europei, costrinse Chisinau ad accertare le circostanze.Con “la rapina del secolo” la situazione appare simile e le autorità moldave e lo stesso Plahotniuc, invece di condurre un’indagine accurata, secondo Chubashenko, avrebbero cercato di occultare le prove. Il direttore di Panorama ha parlato di una serie di morti misteriose di persone che avrebbero potuto essere in grado di rivelare alcuni segreti sulla “rapina”. Tra le altre, quella dell’uomo politico Ion Butmaly, suicidatosi sparandosi alla testa (due volte) e quella del Direttore di Dipartimento della Banca Nazionale Moldava, Mihay Bolokan, morto in casa sua, asfissiato dal gas. Un altro caso è poi rappresentato dalla scomparsa in circostanze misteriose dell’autista di un furgone blindato della Banca dell’Economia. Il veicolo è stato poi ritrovato bruciato, insieme ad un enorme numero di documenti bancari, contenenti informazioni essenziali per far luce sulla “rapina”. Ancora, Sergey Sagaidak, un funzionario della Banka Sociale, è fuggito all’estero dopo essere scampato ad un attentato.Nel frattempo, i giornalisti che si sono occupati dello scandalo hanno subito pesanti intimidazioni. Natalia Morar, per esempio, popolare personaggio della tv moldava, ha ricevuto una serie di “avvertimenti” da parte di sconosciuti e minacce di “guai” nel caso in cui avesse continuato ad interessarsene.Chubashenko ha suggerito, come possibile strumento di pressione, la sospensione da parte del Fondo Monetario Internazionale del trasferimento dell’ultima tranche del prestito a favore della Moldova. Il fatto, ha spiegato, che l’Ue e gli Usa abbiano rapporti con un personaggio impopolare e sinistro come Plahotniuc, ha gettato nella costernazione molti moldavi. “Nessuno considera Plahotniuc un europeista. Essere dalla parte di Plahotniuc, significa essere a favore della corruzione”, ha affermato. Per anni, ha raccontato, Plahotniuc ha evitato di rendere note quali fossero le fonti della sua ricchezza e del suo potere. Ciò che si sa è che il magnate, che compirà 50 anni a dicembre, è proprietario delle due principali emittenti televisive moldave, Prime e TV2 Plus, e che la sua influenza si fa sentire in tutti i settori della vita civile moldava, comprese magistratura, pubblica amministrazione e mondo delle imprese.Il principale oligarca della Moldova è entrato in politica nel novembre del 2010, diventando deputato del Partito Democratico. Lo scorso anno ha lasciato il parlamento, ma si sospetta che coltivi l’ambizione di diventare primo ministro dopo le elezioni in programma nel 2018. Nel gennaio scorso, il suo partito lo ha proposto come primo ministro, ma il presidente della repubblica Nicolae Timofti, non ha voluto concedergli l’incarico in quanto “non è riuscito a soddisfare i criteri” per accedere a quel ruolo.Due anni fa, il segretario generale del Consiglio d’Europa, Thorbjorn Jagland, ha descritto la Moldova, una nazione impoverita di 3 milioni di abitanti, come uno “stato sotto sequestro”. “Se è sotto sequestro – ha detto Chubashenko – il sequestratore è uno solo: Plahotniuc”.Questi è stato accusato nel corso degli anni di molteplici reati, dal traffico di esseri umani alla corruzione su vasta scala, fino alla “rapina del secolo”, ma non è mai stato formalmente indagato. Chubashenko sostiene che “egli non si limita a controllare il paese. Lo possiede. Eppure è l’uomo più odiato della Moldova, come indicano gli ultimi sondaggi secondo i quali il 90% della popolazione ne disapprova l’operato”. La sua reputazione è tale che persino i suoi alleati politici cercano di mantenere con lui le distanze in pubblico.Per Chubashenko il caso della “rapina del secolo” potrebbe essere risolto tramite un’indagine degli Stati Uniti sul coinvolgimento di Plahotniuc nello scandalo bancario, che preveda la collaborazione di una figura chiave come Mikhail Gofman, un ex alto funzionario del Centro Nazionale Anticorruzione Moldavo.Non meno di 1 miliardo di dollari dei soldi rubati dalle banche moldave proviene dal FMI e, dunque, dagli USA. L. Todd Wood sul Washington Tomes ha scritto, infatti, che “la scioccante verità è che grande parte di questo denaro è stato iniettato in Moldova dal Fondo Monetario Internazionale e da altre istituzioni finanziarie occidentali. In sostanza è stato quindi rubato ai contribuenti occidentali”.Attualmente Gofman è negli Stati Uniti, dove, nel corso di una conferenza stampa presso la Heritage Foundation, ha reso pubbliche alcune prove relative al presunto coinvolgimento di Plahotniuc nella “rapina del secolo”. Il 18 luglio è stato convocato a Chisinau, la capitale moldava, per un’audizione presso gli uffici del pubblico ministero. Gofman ha dichiarato di esserci andato nonostante il pericolo rappresentato per lui dagli scagnozzi di Plahotniuc.Oltre che dalle prove fornite da Gofman, Plahotniuc potrebbe essere messo in difficoltà anche da un altro versante. Ilan Shor è un magnate moldavo, anch’egli sotto accusa per lo scandalo bancario. Le società finanziarie di Shor sono state citate nelle indagini condotte sul caso dalla Kroll Audit Co.. Shor è stato arrestato e ora è in attesa di sapere cosa deciderà il giudice. Chubashenko ritiene che Shor potrebbe fornire prove “schiaccianti” contro Plahotniuc.Secondo Chubashenko, le ambizioni politiche di Plahotniuc potrebbero essere contrastate dall’economista Maia Sandu, la leader del Partito d’azione e solidarietà, ex Ministro della Pubblica Istruzione ed alto funzionario della Banca Mondiale, vista come un candidato alternativo credibile in grado di aspirare alla carica di Presidente della Repubblica a novembre.Il direttore di Panorama ha inoltre fatto riferimento alle recenti dichiarazione di Sandu, che ha indirizzato una lettera aperta al FMI, sollecitandolo a sospendere ulteriori trasferimenti finanziari verso la Moldova, fino a quando “non sarà realizzato un meccanismo rigoroso, volto a controllare il corretto utilizzo delle risorse del FMI”. Sandu si è detta certa che senza un simile provvedimento “il denaro del FMI continuerà ad essere rubato come già accaduto in passato”.Per Chubashenko la comunità internazionale deve intensificare la pressione su Chisinau, avviando un’inchiesta internazionale sulla “rapina del secolo” e su Plahotniuc, un uomo che, nonostante tutto il suo potere, non detiene alcun incarico ufficiale nel governo.Ma Plahotniuc, dice Chubashenko, continua a presentarsi come un “amico dell’Occidente”. L’ex Presidente della Commissione Europea, Jose Manuel Barroso, ha recentemente preso parte ad un forum organizzato da Plahotniuc e lui stesso si è fatto fotografare a Washington accanto a Victoria J. Nuland, assistente del Segretario di Stato americano. In un articolo pubblicato di recente, Chubashenko si chiede se sia saggio continuare a fornire un tacito sostegno al paese, poggiandosi su questo oligarca, considerandolo un “fattore di stabilità”.Scrive: “Plahotniuc ha creato una piramide viziosa, una sorta di dittatura morbida. Ma si è fatto molti nemici, dentro e fuori la Moldova. Succhia il sistema senza riguardo per il suo paese, ma solo per i suoi interessi. Lo considera un suo patrimonio personale e ritiene di non dover rendere conto a nessuno”. Aggiunge: “Sta ricattando l’Occidente, eppure l’UE qui può esercitare una reale influenza. Essa ha voce in capitolo e diritto di voto in seno al Fondo Monetario Internazionale. Essa può spingere affinchè i futuri prestiti alla Moldova siano strettamente subordinati ad un programma di riforme che la liberino da personaggi odiosi come Plahotniuc”. “L’UE può anche insistere affinchè le elezioni presidenziali di novembre siano libere e regolari. Tutto questo è estremamente importante, perché sono ormai tantissimi i moldavi delusi dalla politica tenuta dall’Europa nei confronti del loro paese. E’ opinione diffusa che gran parte dei soldi sottratti alle banche siano stati riciclati negli stati membri dell’Unione. Se è così, l’Europol, l’agenzia di polizia europea, potrebbe svolgere un ruolo cruciale in un’indagine internazionale”. “Il messaggio – conclude Chubashenko – è questo: la comunità internazionale non può permettersi di essere percepita come complice di un gangster”.

Corsi Online

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