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RubricheBlue House 22Un nuovo inquilino al Ministero della Difesa Nazionale

Un nuovo inquilino al Ministero della Difesa Nazionale

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Il nuovo presidente eletto della Corea del Sud si è ufficialmente insediato alla presidenza il 10 maggio 2022. Ma l’ufficio presidenziale scelto dal nuovo governo non si trova al momento alla Casa Blu, tradizionale residenza del capo di Stato sudcoreano. Il presidente e il suo staff si trovano al quinto piano del Ministero della Difesa Nazionale, ben distante dalla sede precedente. Con questo articolo si chiude Blue House 22, la rubrica di Geopolitica.info dedicata alle elezioni presidenziali 2022.

Una sede più “vicina” al popolo

Syngman Rhee è stato il primo presidente sudcoreano ad utilizzare quell’edificio come sede governativa, sulla scia dell’amministrazione coloniale nipponica. Non si tratta solamente di una vera e propria distanza fisica. La Casa Blu si trova nel centro storico di Seul, vicino ai palazzi che hanno governato il Paese dalla formazione della dinastia Joseon (1392) all’annessione giapponese, e vicino al municipio della capitale. Già il cambio di nome nel 1960, da quello assegnatogli da Syngman Rhee a quello attuale su volontà del suo successore, indicava la volontà di scrollarsi di dosso un’immagine del centro di potere sudcoreano legata sia al periodo coloniale che a quello autoritario, quasi dittatoriale, del primo presidente della Repubblica di Corea. Un’eredità pesante condivisa dalle amministrazioni di diversi partiti, tant’è che non è il primo a proporre di trovare una nuova sede: altri hanno tentato e tutti hanno desistito per costi e motivi legati alla sicurezza.

La Corea del Sud è uno Stato in cui, molto più che in altri, i partiti hanno la tendenza di fondersi e cambiare nome, rendendo il panorama politico molto difficile da seguire per i non addetti ai lavori. Il tema della vicinanza col popolo è qualcosa che è stato volutamente impiantato all’interno dell’attuale partito del presidente, il Gungminuihim, che letteralmente significa “Il Potere del Popolo” e che in inglese è definito come People Power Party. Questa compagine politica è stata partorita tre anni dopo l’impeachment della presidente Park Geun-hye, deposta a seguito di diversi scandali nel 2017. Mantenendo il nocciolo duro del partito della presidente Park, il Saenuri prima, il Liberty Korea Party poi, nel 2020 questo si è fuso con altri gruppi conservatori per formare lo United Future Party. Però, lo United Future Party detiene il record per essere stato il nome attribuito ad un partito conservatore per meno tempo in assoluto nella storia della Corea: solo sei mesi.

Insomma, nonostante i conservatori siano tradizionalmente vicini alle grandi multinazionali sudcoreane, l’immagine di sé che vogliono proiettare è quella di politici vicini ai bisogni delle persone comuni. Infatti, la prima iniziativa economica dell’attuale amministrazione è stata quella di sostenere le piccole imprese e le fasce di popolazione più vulnerabili ed escluse dai sostegni emessi da quella precedente. Tuttavia, è difficile quantificare quanto questa politica economica sia “genuina”: la scienza economica è ormai abbastanza unanime nel considerare necessarie misure di sostegno al reddito nel periodo post-Covid 19. Il benessere economico è qualcosa che la nuova amministrazione ha fortemente intenzione di considerare come prioritaria. Durante le audizioni parlamentari per i ministri nominati dal presidente, infatti, questa volontà è emersa chiaramente durante l’ascolto del ministro per la Difesa: di incrementare il sistema THAAD non se ne parla, il rischio di ritorsioni da parte di Pechino è troppo alto.

La strada da percorrere fino al 2024

La vittoria dell’attuale presidente è arrivata con un margine inferiore all’un per cento. In Assemblea Nazionale i progressisti detengono ancora la maggioranza. Il contesto geopolitico impone una certa prudenza, prudenza che il neoeletto presidente non ha mostrato in campagna elettorale, ma che il suo gabinetto molto verosimilmente eserciterà nel breve periodo. Nel 2024 il Paese tornerà alle cabine elettorali per nominare i propri rappresentanti al parlamento. In questo lasso di tempo, dunque, è ragionevole pensare che l’obiettivo dei conservatori sia quello di consolidare la propria base elettorale, prediligendo la politica interna a quella estera. Per cui, in questi due anni sarà molto difficile capire quale sarà la strada che la Corea del Sud percorrerà nel lungo periodo, ma una cosa è certa: il Paese del Calmo Mattino rappresenta una cartina tornasole della situazione dell’Indo-Pacifico.

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