A fronte delle operazioni di “propaganda” nel mondo occidentale su una Cina pacifica, multilaterale e desiderosa di sostenere i liberi commerci, nel quadrante est-asiatico il regime comunista di Pechino continua a mostrare il suo vero volto autoritario, prepotente e deciso ad imporre le proprie finaltà ipernazionaliste con la minaccia della forza. Al termine di un anno, il 2018, segnato da una crescente aggressività nei confronti dei Paesi vicini, per il controllo del Mar Cinese Meridionale, e da una stretta sempre più oppressiva su Hong Kong, il compagno presidente “a vita” Xi Jinping è tornato sull’obiettivo dell’annessione (ipocritamente definita “riunificazione”) di Taiwan anche con l’aggressione militare che avrebbe, ovviamente, devastanti conseguenze nel Pacifico e nel mondo.