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TematicheAfrica SubsaharianaL'impegno di Amref per l'Africa. Intervista a Guglielmo Micucci

L’impegno di Amref per l’Africa. Intervista a Guglielmo Micucci

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Intervista a Guglielmo Micucci, executive director di Amref Health Africa – Italia

Quali sono le principali aree di intervento di Amref a livello di tematiche e di paesi coinvolti?

Amref lavora esclusivamente in Africa, è un’organizzazione quasi totalmente africana. Le principali aree coinvolte sono il corno d’Africa, in particolare il Kenia, la Tanzania, l’Uganda, l’Etiopia e il Sud Sudan. Lavoriamo anche in Mozambico e in Africa Occidentale ma prevalentemente il grosso delle nostre attività viene fatto nell’area geografica appena descritta. Ci occupiamo di salute, siamo la più grande organizzazione sanitaria africana. Questa è la nostra caratteristica: siamo nati in Africa, il 97% dei nostri collaboratori sono africani, non lavoriamo con personale italiano. Ci occupiamo di salute dicevo, in particolare di salute materno-infantile e di tutto ciò che ruota intorno alla salute della donna e del bambino.

Che ruolo hanno l’Italia e gli Italiani nell’Associazione?

Il ruolo dell’Italia e degli Italiani è prima di tutto importante. Nel senso che noi, come Amref Italia, siamo un ramo di questa famiglia internazionale e operiamo qui in Italia da 30 anni. Ci occupiamo di attività di sensibilizzazione e di attività di raccolta fondi per finanziare poi tutti i programmi. Facciamo qui anche tutte le attività di monitoraggio e valutazione dei programmi stessi: valutare come vengono portati avanti, apportare correttivi in caso di problemi e costruire nuovi progetti in base alle necessità. Questo siamo proprio noi come Amref in Italia. Quello che può fare l’Italia come paese in tutto questo, e forse anche questa intervista può essere utile in questo senso, è di tentare una narrazione diversa dell’Africa rispetto all’unica che ormai viene portata avanti. Noi raccontiamo un’Africa che ce la fa e che funziona perché l’Africa è un continente particolarmente esteso e vario, quindi ci sono anche dei luoghi dove le cose funzionano, e noi vogliamo portare a galla proprio queste situazioni. L’Italia e gli Italiani in questo possono sicuramente aiutarci, oltre a sostenere chiaramente gli interventi che portiamo avanti.

Per quanto riguarda Amref come organizzazione internazionale, quindi non solo Amref Italia, come avviene la gestione dei fondi? E da dove provengono principalmente?

I fondi arrivano ad Amref attraverso vari canali: ci sono quelli che noi chiamiamo fondi istituzionali, quindi da parte delle istituzioni pubbliche come l’Unione Europea, il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, dalle Nazioni Unite o dalle grandi fondazioni bancarie, e questo è un lato. Dall’altro ci sono tutti i donatori privati, quindi le persone che decidono di fare un sostegno a distanza, le persone che decidono di sostenere le nostre attività con piccole o grandi donazioni, e ci sono le aziende che decidono di sostenerci durante l’anno per fare delle attività di responsabilità sociale d’impresa. Quindi insomma i canali di raccolta che valgono per tutte le Amref nel mondo sono vari e toccano un po’ tutti i settori, dal privato al pubblico. I canali di donazione sono altrettanto estesi, si può donare tramite internet o anche tramite il semplice bollettino postale.

Cosa possono le persone sul territorio fare per aiutare Amref e per collaborare?

Tendenzialmente si possono fare due cose che sono molto importanti. Una, quella di cui abbiamo appena parlato, ovvero sostenere le attività economicamente: andando sul nostro sito www.amref.it si possono trovare tutti i riferimenti per poterci sostenere. Un’altra cosa molto importante che può essere fatta è quella di sostenerci sul territorio. Noi siamo radicati sul territorio con dei gruppi volontari che lavorano per sensibilizzare alle tematiche dell’Africa, per raccontare quell’Africa diversa di cui parlavamo prima. Cerchiamo continuamente volontari per fare attività di educazione alla cittadinanza globale attraverso le attività nelle scuole primarie e secondarie. Ci sono eventi di presentazione delle nostre attività, ma anche quelle di altre organizzazioni che lavorano in Africa. Quindi diciamo che i due grandi filoni sono sicuramente la diffusione per sensibilizzare ed informare, perché poi la cosa più importante è che la gente sia informata, e dall’altra parte anche chiaramente sostenere economicamente l’organizzazione.

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