Il 12 Novembre del 2020 il Consiglio di Sicurezza dell’ONU ha adottato la Risoluzione n.2550 con il fine di prorogare il mandato della Missione della Forza di sicurezza provvisoria delle Nazioni Unite per Abyei (UNISFA) fino al 15 Maggio 2021.
Con la risoluzione n. 2550 del 2020, il Consiglio di Sicurezza ha invitato i governi di Sudan e Sud Sudan a rafforzare la collaborazione sulla questione dell’area di Abyei, attraverso l’uso di mezzi pacifici e cercando di attuare le questioni irrisolte previste dal Comprehensive Peace Agreement (CPA): a tale riguardo, è stato prorogato fino al 15 maggio 2021 il mandato della Forza di sicurezza provvisoria delle Nazioni Unite per Abyei -UNISFA-(paragrafi 2 e 3 della risoluzione n. 1990 del 2011), riadattandolo alla luce degli sviluppi attuali: nel senso del riavvicinamento politico tra Sudan e Sud Sudan a cui si è assistito recentemente.
Bisogna ricordare infatti, come negli ultimi 9 anni non siano stati fatti grandi progressi da parte dei due Paesi, con riferimento sia allo stabilimento dei confini dell’area di Abyei che alla creazione di istituzioni comuni per la risoluzione di diatribe mai sopite.
Ad ogni modo, ad ora, l’UNISFA ha svolto un ruolo fondamentale, assieme al Meccanismo Congiunto di Verifica e Monitoraggio dei Confini –JBVMM-, sia per l’assistenza fornita che per la funzione assunta di stabilizzatore dell’area e mediatore tra le parti (risoluzione n.2024 del 2011 e risoluzione n. 2075, par. 1,del 2012), essendo la stessa istituita per far fronte alle tensioni vieppiù crescenti ed alle violenze subite da civili (molti dei quali sfollati) ed operatori ad Abyei.
Tuttavia quanto realizzato non basta: infatti, senza la reale volontà dei due governi a voler raggiungere realmente la pace, la sicurezza e la stabilità (vedasi la firma dell’Accordo di Pace di Juba sul Sudandel 3 ottobre 2020 e la convocazione del Meccanismo Congiunto Politico e di Sicurezza-JPSM– del 28/29 ottobre 2020), anche il necessario ruolo di mediazione dell’Unione Africana, del Gruppo di attuazione ad alto livello dell’Unione Africana (AUHIP) edell’Inviato Speciale delle Nazioni Unite del Segretario Generale per il Corno d’Africa,volto alla messa in atto di accordi amministrativi e di sicurezza temporanei per Abyei, non darebbe i risultati sperati.
Nel corso della risoluzione viene ribadito poi come sia necessario che i due governi facciano la loro parte, ad esempio consentendo al personale di UNISFA e di JBVMM di potersi muovere liberamente in tutta l’area e rilasciando visti per facilitare l’arrivo di personale e materiale sanitario ed umanitario. Ed è dunque urgente che le parti si ritirino immediatamente dalla Zona di Frontiera Demilitarizzata Sicura-SDBZ- (vedasi il Meccanismo Congiunto Politico e di Sicurezza, gli Accordi temporanei per l’amministrazione e la sicurezza della zona di Abyei–AJOC– e quanto previsto dalle risoluzioni n.1990 e n. 2046 del 2012), notificando l’avvenuto ritiro all’UNISFA.
Sempre attraverso la risoluzione n. 2550, ed in base al Cap. VII della Carta delle Nazioni Unite, si è deciso di continuare a monitorare l’area, con un numero di truppe ed agenti di polizia nell’ordine di 3.550 e 640 unità, con la nomina di un vice capo missione civile per l’UNISFA ed aumentando il personale civile: il tutto con il fine di rendere più fluide le relazioni intergovernative ed in linea con quanto stabilito dall’Accordo sulle Intese Temporanee per l’Amministrazione e la Sicurezza dell’Area di Abyei, del giugno 2011.
L’UNISFA, il cui mandato viene prorogato attraverso questa risoluzione, dovrà, anche e soprattutto:
- lavorare per la protezione dei civili, se del caso, anche ricorrendo alla forza (in conformità al par.3 della risoluzione n.1990, alla Carta delle Nazioni Unite e alle altre leggi internazionali);
- essere opportunamente formata (è prevista infatti tolleranza zero nel caso di episodi di violenza sessuale, in base alla risoluzione n.2272 del 2016) prima di poter svolgere il suo mandato (risoluzione n. 2436 del 2018); operare, mantenendo in sicurezza il proprio personale (risoluzione n. 2518 del 2020), che deve potersi muovere liberamente da e verso Abyei e in tutto lo SDBZ;
- collaborare con i due governi nel dispiegamento dei servizi di sicurezza (Sud Sudan) e
della polizia petrolifera di Diffra (Sudan ) dall’area di Abyei e nello smilitarizzare l’area
da elementi armati altri;
- mediare con le comunità di Misseriya, Ngok Dinka e dei comitati di pace locali, rafforzare le relazioni tra questi e facilitare la stabilità e la riconciliazione ad Abyei;
- consentire agli sfollati di fare ritorno ai propri villaggi e garantire la fornitura di servizi;
- permettere la partecipazione femminile nelle varie fasi e livelli del processo di pace, ma anche aumentandone il numero all’interno dell’UNISFA (risoluzioni n. 2242 del 2015, n. 2378 del 2017 e n. 2538 del 2020); altresì collaborare con le organizzazioni non governative, che si occupano di diritti umani femminili, nel perseguire i responsabili dei gravi crimini contro di esse (risoluzione n. 1325 del 2000 e successive), come nel caso delle violenze nella zona di Kolom, avvenute nel gennaio 2020;
- continuare ad assistere i governi affinché dispieghino il Servizio di azione antimine delle Nazioni Unite (UNMAS), per garantire la libertà di movimento e la messa in sicurezza di Abyei e dello SDBZ.
Da quanto summenzionato, si può facilmente notare come sia complesso e delicato il mandato affidato all’UNISFA: a questo proposito, è necessario ribadire quanto sia importante ed imprescindibile la volontà delle parti nel porre fine a tutte le violazioni dei diritti umani, perseguendo al contempo i responsabili di tali gravi crimini.
Non è detto però che si riesca, con la fine del mandato, prevista per il maggio 2021, a risolvere le contrapposizioni sorte tra i due Paesi in questa area di demarcazione, “arida ma ricca di giacimenti petroliferi”.
Al tempo stesso, il fatto che vi siano diversi attori che operano congiuntamente nell’area, come la Missione delle Nazioni Unite nella Repubblica del Sud Sudan (UNMISS),l’Operazione ibrida Unione Africana – Nazioni Unite nel Darfur (UNAMID), la Missione Integrata di Assistenza alla Transizione delle Nazioni Unite in Sudan (UNITAMS), l’Inviato Speciale per il Corno d’Africa, può far ben sperare sul fatto che si arrivi per il 15 maggio 2021 alla fine delle controversie e alla stabilizzazione dell’area.
Se tuttavia tale stabilizzazione non dovesse raggiungersi, il Segretario Generale aggiornerà il Consiglio di Sicurezza, che dovrà trovare delle nuove misure o decidere di prorogare ancora il mandato dell’UNISFA, fino a che l’area di Abyei non sarà definitivamente stabilizzata e la sua popolazione non si sentirà finalmente al sicuro.